Todi e la sua storia

Todi collocata ad un altitudine di 400 metri s.l.m alla confluenza del torrente Naia al fiume Tevere, lungo l'antico confine tra i territori degli Etruschi e quelli degli Umbri, fu fondata dai Veii Umbri tra VIII e VII secolo a.C. fu poi insediamento etrusco con il nome “Tutere” (confine).

Anche se, leggenda narra che i Veii Umbri popolazione che viveva lungo il fiume Tevere durante i lavori per la costruzione della città sulla riva del fiume,videro arrivare un'aquila mentre stavano mangiando che con gli artigli portò con se la tovaglia e la depose sul punto più alto del colle. Gli abitanti pensarono che fù un segno del destino e così costruirono la città sulla cima colle.

Del periodo etrusco restano i tratti del primo cerchio di mura in via delle Mura Antiche, in via Paolo Rolli, in via del Montarone e presso Porta Libera e Porta Marzia.

Intorno al 340 a.C. i Romani conquistarono l'Umbria e alla fine del I secolo a.C., Todi fu la VI regione d'Italia nella divione Augustea la quale prese il nome di Colonia Julia Fida Tuder e con il diritto di poter coniare moneta propria. Municipio romano dal 90 a.C. La città si ingrandì con un anfiteatro, le terme, i templi di Giove,Giunone, Minerva e Marte ,oltre ad un secondo cerchio di mura ;in piazza del Mercato Vecchio si possono vedere i Nicchioni Romani.
Dal VI sec. fu presidio dei Goti ,combattuti dai tudertini sotto il comando del vescovo Fortunato.
Nel 757 Desiderio ,re dei Longobardi ,ne definì i confini insieme a Papa Paolo I. Nell'Alto Medioevo Todi assume l'aspetto cdi un castello feudale ,governato da potenti feudatari : i conti Arnolfi,i conti di Montemarte e gli Arti.

Nel 1169 iniziarono le lotte intestine tra guelfi e ghibellini con l'arrivo in Italia di Federico Barbarossa : malgrado questo “Tuder” (così si chiamava alllora) riuscì ad espandersi sottomettendo Terni e Amelia nei primi del 1200 e restando acerrima nemica di Orvieto.

Nel 1202 fu istituita la carica di Podestà , affiancato da un Capitano del Popolo dal 1255, anno che vide la nascita delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri con a capo i Priori. A questo periodo risale l'attuale aspetto di Piazza del Popolo: nei primi del XIII sec. venne costruita la cattedrale dell'Annunziata , nel 1213 il Palazzo del Popolo , nel 1292 il Palazzo del Podestà e del Capitano, nel XIV sec.il Palazzo dei Priori.

Nel 1236 nasce in città Jacopo dei Benedetti, detto poi Jacopone da Todi, una delle maggiori figure della tradizione francescana, nonchè uno dei primi poeti dialettali d'Italia.

Nel 1368 Todi perse l'autonomia di libero comune, dapprima per gli insediamenti di varie famiglie nobili e poi, definitivamente, con il Papa Alessandro VI , aiutato dal figlio Cesare Borgia nella sconfitta dei ghibellini. Per quasi un secolo Todi visse un decadimento spezzato solo dal completamento del Tempio di San Fortunato. Con l'avvento del vescovo Angelo Cesi, dopo la peste del 1523, ci fu un grandioso rinnovamento urbano dal 1566 al 1606 : sono di questo periodo la fontana Cesia in via della Piana , il Palazzo di Viviano degli Atti (in Piazza Garibaldi), il palazzo episcopale, Il Tempio del Crocefisso. Ma l'opera più importante fu il completamento del Tempio di S.Maria della Consolazione, iniziato nel 1508 su disegno di Donato Bramante e inaugurato con una grande cerimonia nel 1606. Fino al 1860 Todi fu dominio della Chiesa entrò poi a far parte nel Regno D'Italia.

La piazza principale

PIAZZA DEL POPOLO è il cuore di Todi fin dall'epoca romana :i palazzi simboleggiano la vita spiritule, civile e politica del Libero Comune. E' ritenuta una delle più belle piazze d'Italia.

Il PALAZZO DEI PRIORI fu iniziato nel 1293 e completato nel 1337 .Era sede dei Priori (al primo piano c'erano le botteghe) e, in seguito, ufficio dei gabellieri e sede del governatore pontificio.
Nel XV sec. fu aggiunta la torre con pianta a trapezio e nel '500 le finestre rinascimentali, tra le quali c'e l'aquila in bronzo simbolo della città e opera di Giovanni di Gigliaccio (1339).

Il DUOMO con la facciata duecentesca, consacrato alla Madonna della SS. Annunziata, fu iniziato nel XII sec. in forme romaniche e completato in stile gotico nei secoli XIII e XIV .
Nel '300 venne aggiunto il campanile e nel '500 lo splendido rosone . Sorse sulle rovine del “Capitolium romano” :la cripta e l'abside risalgono al VII secolo .
Sulla controfacciata è affrescato un cinquecentesco Giudizio Universale del Faenzone, ispiratosi al Michelangelo. Il bellissimo coro ligneo fu intagliato e intarsiato nel 1530 da Antonio e Sebastiano Bencivenni da Mercatello. Accanto al Duomo venne eretto Il Palazzo Vescovile nel XVI secolo.

Il PALAZZO DEL CAPITANO, costruito alla fine del 1200 in stile gotico italiano, presenta un poderoso porticato, tre trifore gotiche cuspidate e quattro trifore con con qualche caratteristica romana. Attualmente è sede del Museo Civico.

Il PALAZZO DEL POPOLO è annesso a quello del Capitano, con il quale divide la bella scalinata .Il suo stile è gotico-lombardo e fu iniziato nel 1213 ed alzato nel 1233, mentre la torre campanaria risale al 1330. A piano terra c'è un portico con archi a tutto sesto ;i due piani sono ornati con quadrifore, e coronati da merlatura ghibellina a coda di rondine. Fu la prima residenza dei Priori.

Intorno alla piazza

La Chiesa di SAN FORTUNATO è un magnifico esempio dell'ultima architettura gotica e il più grande edificio sacro umbro dopo la Basilica di Assisi. La costruzione partì nel 1292 sui resti di un chiesetta benedettina del 1000, come testimoniano i due leoni ai lati dell'ingresso;i lavori continuarono fino al '400. La facciata, incompiuta, è preceduta da una suggestiva scalinata e presenta tre portali ogivali. Il portale mediano è bellissimo :accuratissime e ricche colonnine con viticci e figure, e a fianco due nicchie con statue quattrocentesche di Jacopo della Quercia.

L'interno ha tre navate divise da arcate ogivali e da pilastri in diversi stili, mentre l'abside è poligonale;il trecentesco altare maggiore è gotico. Notevole un affresco di Masolino da Panicale (1432) ed il coro ligneo intarsiato nel 1590 dell'eugubino Antonio Maffei. L'imponente campanile gotico è del 1460.Nella cripta sono custodite le reliquie dei cinque santi protettori di Todi (Callisto, Cassiano, Degna, Fortunato, Romana) e il sepolcro di Jacopone da Todi.
Presso Porta Marzia c'e il quartiere medioevale più tipico e meglio conservato della città. In piazza del Mercato Vecchio si vedono i quattro nicchioni romani, forse i resti del Tempio di Marte. Bella la Fonte Cesia, fatta costruire nel '600 dal vescovo Cesi, mentre quella detta dello Scarnabecco (dal nome del Podestà che la fece costruire nel 1241) ha un portico di otto arcate.

Non distante da quest'ultima c'e la chiesetta romanica di S.Carlo o S.Ilario, che conserva una Madonna del Soccorso dello Spagna. San Nicolò de Cryptis (XIII secolo) fu edificata sui ruderi dell'anfiteatro romano nei pressi di Porta Romana.

Fuori dalle mura

SANTA MARIA DELLA COSOLAZIONE è la splendida chiesa rinascimentale che introduce a Todi dal ponte sul Tevere. I lavori iniziarono nel 1508 e finirono nel 1607, nel punto in cui si venerava un affresco miracoloso tuttora conservato nella chiesa:la “Madonna col Bambino”. La chiesa è a croce greca e pianta centrale, con quattro absidi sormontate da un terrazzo su cui si eleva la cupola sostenuta da un tamburo con dodici pilastri. A questa armoniosa struttura lavorò anche Bramante, ma tra i tanti professionisti che collaborarono alla realizzazione ci sono anche Antonio da Sangallo, Alessi e Peruzzi. Grandi finestre illuminano l'interno, adornato da altari barocchi, dall'enorme statua di Martino I, dal coro in noce del 1590, dalle seicentesche statue degli Apostoli.

Jacopone da Todi

Jacopo de Benedetti detto Jacopone da Todi è uno dei più illustri personaggi della città, dove nacque nel 1236. Mistico frate autore di molte laude, si convertì a seguito della morte della moglie, un anno dopo il matrimonio. Fu così che Jacopone donò tutto ai poveri e che per 10 anni si sottopose a feroci penitenze. Fu ammesso nell'Ordine francescano nella radicale ala degli Spirituali, condannata da Bonifacio VIII a sua volta sfidato dai versi di Jacopone, che per questo finì in prigione. Liberato da Papa Benedetto XI, si chiuse nel monastero delle clarisse di S.Lorenzo a Collazzone dove morì nel 1306.